venerdì 30 dicembre 2011

Miami 17-20/12

Arrivare a Miami dopo Costa Rica è uino shock. Il viaggio in aereo dura solo due ore e mezza ma il cambiamento è radicale. E' come passare dal giorno alla notte, dal sole alla luna, dal bianco al nero. Miami è il contrasto, l'opposto della Costa Rica. E' una città scintillante, nuova, moderna, futuristica. Qui le palme non crescono selvagge ma vengono piantate in fila, dritte, rigorosamente uguali. Abbelliscono le grandi avenue a cinque o sei corsie. Nel centro città svettano i grattacieli. I ponti, set di molti film come "fast and Furious", sovrastano la zona del porto. Tutto è artificile, costruito, persino gli isolotti sui quali sono adagiate le ville milionarie dei più disparati vip del pianeta: Madonna, Ricky Martin, Liz Taylor, Antonio Banderas e molti altri. Solo il bel George Clooney ha lasciato la sua villa qui per trasferirsi nella più pittoresca cornice del lago di Como. Le case sono enormi, su più piani, alcune in stile più moderno altre in stile più classico. Tutte hanno un accesso per la barca, o meglio per lo yacht, e un grande giardino adornato da palme che valgono milioni di dollari. Dopo il tour guidato in barca ammirando, sotto un caldo sole, il lusso delle dimore dei personaggi famosi mi sposto a Miami beach. Sembra di essere catapultati in un telefilm, uno di quelli che tutti abbiamo visto da ragazzini. "Baywatch" per la precisione. Prima di arrivare alla spiaggia c'è un ampio lungomare costellato di palme dove si può camminare, andare in bici o in pattini. Molti amano fare jogging e farsi mostra del proprio fisico scolpito. Dal lungo mare delle passerelle portano alla spiaggia. Una distesa immensa di sabbia bianca, quà e là qualche ombrellone e qualche sdraio che in lontananza appaiono come puntini. Ogni cento metri una torretta di salvataggio, alla "Baywatch" appunto. Sono di legno, ognuna di un colore diverso e sulle scalette ci sono appoggiati i salvagenti arancioni, quelli che i protagonisti del telefilm mettono sottobraccio prima di gettarsi in acqua. Dentro la torretta un attento bagnino controlla da dietro il vetro il suo tratto di mare e ogni tanto si affaccia fischiando ai più imprudenti. I gabbiani affollano la spiaggia quasi come i piccioni in piazza San Marco. Si avvicinano a chi gli dà da mangiare e poi volano via lasciandosi trasportare dal vento che soffia forte. Il mare è di un azzurro intenso ed è increspato. Molti i sufisti che cavalcano le onde.

Definirei Miami una città latino-statunitense. Vi è infatti un forte influsso delle comunità latino-americane e caraibiche immigrate in questa città, tanto che lo spagnolo diventa predominante e di uso comune. Molti sono i ristoranti, le discoteche e i locali sulla Ocean Drive gestiti da cubani, portoricani, haitiani o venezuelani. La musica, i sapori, la cultura latina emigrano insieme alla gente approdata in massa sulle coste della Florida. Gente che si ritrova, si riunisce e si aggrega in un paese straniero costituendo grandi comunità e quartieri interamente latino-americani come Little Havana.

Miami segna un altro incontro, uno di quelli che si trasformano in amicizia profonda. Una ragazza venezuelana con un nome emblema della sua anima: Alegria. Non ci sono ostacoli di lingua, di cultura, di paesi diversi. Ci troviamo subito in sintonia, sulla stessa lunghezza d'onda. Sembra di essere amiche da sempre. Trascorriamo una serata in un locale cubano,uno di quei posti che cerco di evitare quando sono a Torino, ma che qui è d'obbligo visto l'influsso della musica latina. I ballerini danno sfoggio della loro bravura a ritmo di salsa, baciata, merengue. E' bello ammirare come il loro ballo non sia impostato e calcolato su passi o "figure" ma sia spontaneo, carico di passione e improvvisazione. Più tardi ci trasferiamo in una delle discoteche più in di Miami, il Nikki Beach. Un locale sulla spiaggia che nonostante sia rinomato costa poco più di 10 €. La discoteca è immensa, parte dalla spiaggia per entrare in un edificio chiuso di 2 piani e più sale con musica diversa. Balliamo e ci divertiamo prima di ritirarci stanche e felici in ostello. Il giorno seguente dopo esserci stese un pò al sole sull'immensa spiaggia di Miami ci diamo allo shopping sfrenato. Qui tutto costa pochissimo e corriamo da una corsia all'altra dell'outlet provando ogni tipo di indumento...sto mettendo a dura prova il mio piccolo bagaglio. Terminato lo shopping è tempo di saluti. Trascorriamo solo due giorni insieme ma il tempo sembra dilatarsi tanto che sembrano passate settimane. Ci si lascia sempre con un pò di maliconia ma ho imparato che i saluti, i congedi fanno parte del viaggio tanto quanto gli incontri, anzi essi non esisterebbero se gli incontri non avenissero e quindi non bisogna rattristarsi, al contrario, bisogna gioire per la conoscenza fatta.

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